12 febbraio 2019

Profondo rosso (Film)

Profondo rosso (Film)

Profondo rosso

Dario Argento



Titolo originale Profondo rosso
Lingua originale italiano
Paese di produzione Italia
Anno 1975
Durata 127 min
Rapporto 2,35:1
Genere thriller, giallo
Regia Dario Argento

TRAMA:
Durante una conferenza sui fenomeni telepatici, Helga Ulmann, una sensitiva tedesca, percepisce che tra il pubblico è presente un omicida. A conferenza conclusa, la medium confida al dottor Giordani suo collega, di conoscere l'identità dell'assassino il quale si trova ancora nel teatro e li spia.

A casa, Helga viene trucidata con una mannaia da macellaio: il soggetto vestito in nero con impermeabile e cappello agisce sotto l'influsso di una nenia infantile in sottofondo. Il pianista jazz inglese Marc Daly, che abita nello stesso stabile, è testimone dell'epilogo del delitto insieme all'amico Carlo, soggetto depresso e alcolista. Dalla finestra della medium il pianista vede allontanarsi il colpevole in nero. Poco dopo arrivano il commissario Calcabrini e Gianna Brezzi, una giovane giornalista. Marc viene sospettato ma vuole indagare assieme alla giornalista, rimanendo turbato da un quadro visto all'interno dell'appartamento della vittima, ora probabilmente rimosso o spostato che potrebbe avere una certa rilevanza nel delitto. Daly si reca da Carlo e qui conosce la madre, Marta, un'ex-attrice a riposo un po' svampita.....

Sceneggiatura
Profondo Rosso nasce, come altri film di Argento, durante le battute finali della realizzazione della sua opera precedente, l'atipico Le cinque giornate. L'idea di base, la medium che, durante una seduta, percepisce i pensieri di un assassino, risale addirittura ad una prima stesura di Quattro mosche di velluto grigio. Argento lavora febbrilmente sulla sceneggiatura ma, insoddisfatto del risultato, si fa aiutare da Bernardino Zapponi, tanto che alla fine ne risulta una sceneggiatura a quattro mani. Zapponi, intervistato, si attribuisce l'idea di aver voluto rendere molto fisico l'orrore del film e di legarlo ad un contesto realistico e comune, mentre attribuisce ad Argento il lato fantastico della vicenda (la medium, i fantasmi della villa, il disegno della parete, lo scheletro nella stanza murata, lo svolgimento degli omicidi).

Il film, inoltre, risente della particolare situazione affettiva di Argento, che si era appena separato da Marilù Tolo, con cui aveva convissuto per un anno dopo il divorzio dalla prima moglie Marisa Casale. Argento ricorda quel periodo come ricco di febbrile creatività. Inoltre è sul set del film che la sua relazione con Daria Nicolodi si consolida. La Nicolodi stessa riconosce che nel personaggio di Gianna Brezzi, la giornalista da lei interpretata nel film, c'è molto del suo vero carattere e molto del giovane Dario Argento quando faceva il giornalista.

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