11 luglio 2018

Piante grasse

Piante grasse

(succulente)




Piante succulente (impropriamente, piante grasse) vengono chiamate quelle piante dotate di particolari tessuti "succulenti", i parenchimi acquiferi, tramite i quali possono immagazzinare grandi quantità di acqua.

L'acqua assorbita durante i periodi di pioggia viene amministrata sapientemente, durante i periodi di siccità, migrando a ogni distretto dell'organismo della pianta che la richieda. Per la presenza del tessuto succulento, foglie, fusti e radici di queste piante diventano carnosi e ingrossati, assumendo - a seconda del tipo - forme tipiche come quelle sferiche, colonnari, a rosetta, appiattite, ecc.

Le succulente sono spesso indicate, erroneamente, col termine generico di cactus, che in realtà si riferisce a una determinata famiglia di tali piante, tutte originarie delle Americhe. Mentre quasi tutti i cactus sono succulente, non tutte le succulente sono cactus.

Le succulente sono piante adattate a vivere in condizioni di aridità più o meno pronunciata mediante l'assorbimento di grandi quantità di acqua in un tessuto apposito, detto parenchima acquifero, spugnoso e formato da grandi cellule rotondeggianti e ampi spazi intercellulari interposti, localizzato in vari organi delle piante. Una volta assorbita, l'acqua è conservata mediante alcuni accorgimenti, tra cui l'ispessimento epidermico dato da cutine e la secrezione di cere idrofobiche protettive. Anche la produzione di peluria (tricomi) aiuta le piante a diminuire le perdite per traspirazione. Spesso le foglie sono trasformate in spine (es. Echinocactus) e la fotosintesi clorofilliana viene effettuata dal fusto modificato. Riassumendo, oltre alla "succulenza" queste sono le principali caratteristiche che le piante succulente hanno sviluppato per ridurre al minimo la perdita di acqua:

alcune presentano metabolismo CAM per minimizzare la perdita di acqua
foglie assenti, ridotte o di forma sferica
riduzione del numero di stomi
il fusto è la sede principale della fotosintesi
la forma di crescita è compatta: colonnare, sferica o a cuscino compatto
presenza di cere, cutine e peli sulle superfici esterne per ridurre la perdita d'acqua mediante la creazione di un micro-habitat umido intorno alla pianta e mediante la riduzione del flusso d'aria sulla sua superficie.

La coltivazione delle "piante grasse" non è indicata in appartamento (anche se a volte si possono ottenere buoni risultati anche con una coltivazione domestica) in quanto non si può dar loro tutta la luce, l'aerazione e la temperatura giusta di cui necessitano specialmente durante il periodo invernale (che oscilla tra i 4 °C e i 7 °C e che garantisce un naturale riposo). Questa necessità è indispensabile per una buona fioritura e crescita durante il periodo estivo

Gli attrezzi e composti essenziali
1) Un coltello multiuso è essenziale per la riproduzione a talea. 2) Guanti in pelle. 3) Piccole cesoie. 4) Un cucchiaio grosso per travasare piccole piante in spazi ridotti. 5) Un pennello a punta fine per l'impollinazione manuale. 6) Un pennello a setole grandi e morbide è essenziale per pulire ragnatele e terra fra le spine. 7) Torba. 8) Pietrisco. 9) Terriccio. 10) Ciottoli non più grandi di un pisello.

Terreno
Queste piante vivono in situazioni ambientali tra le più disparate come: terreni sassosi, deserti, anfratti rocciosi, sugli alberi, ecc. È molto importante perciò che il terreno sia il più possibile poroso e drenante in modo che l'acqua non stagni predisponendo l'insorgenza del marciume radicale. Si dovrà quindi disporre di un composto di terra non concimata con un'aggiunta di sabbia grossolana e un composto di mattoni triturati. Questo tipo di terriccio non permette alle radici di rimanere troppo a lungo imbevute di acqua. Per evitare questo inconveniente si dovrà avere cura, in alcune specie particolarmente delicate, di utilizzare vasi di terracotta e l'impiego di una pacciamatura leggera di ghiaietto, pozzolana, pomice o lava in granuli, in modo da scoraggiare l'insorgenza di marciumi al colletto.

Annaffiature
La maggior causa di morte nelle succulente in coltivazione sono le innaffiature eccessive. Il metodo più razionale per determinare il momento ottimale per l'irrigazione è la rilevazione del potenziale idrico. Di media le succulente hanno bisogno di acqua nel periodo di crescita (primavera, estate) una volta ogni due settimane e diminuendola notevolmente se lasciate intorno ai dieci gradi nel periodo di riposo una volta ogni tre settimane (inverno)

Un famoso detto dei coltivatori di queste piante recita: "in caso di dubbio, è meglio non innaffiare". Va inoltre tenuto a mente che le piante messe in piena terra non hanno assolutamente bisogno di acqua per tutto l'anno in quanto le radici assorbiranno la quantità di acqua a loro necessaria direttamente dall'umidità del terreno.

Vasi
La scelta del vaso per la coltivazione delle piante succulente può ricadere su vasi di terracotta, di plastica, di metallo o di legno: l'ideale resta comunque la terracotta; la cosa importante è la cura a cui viene sottoposta la pianta.

Quando si acquista una piantina, questa solitamente viene venduta in piccoli vasi di plastica che sono provvisori ed esclusivamente riservati alla vendita, per cui si dovrà procedere a un immediato rinvaso in un recipiente più adatto alla pianta.

(fonte wikipedia)
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